Titolo mostra “InEdito”, 2025, (Folignano, Pala Rozzi, Ascoli Piceno), video analogico, colore, 1’43”
La conoscenza autentica non si ottiene facilmente: va conquistata attraverso ostacoli, studio e dedizione. Questo processo selettivo crea dei confini naturali tra chi riesce a comprendere e chi no. Il sapere diventa così una parte nascosta dell’esperienza umana, un modo per osservare la vita da prospettive diverse e più profonde. L’utente guarda al sapere attraverso la fotografia analogica: un mezzo prezioso perché limitato. Ogni scatto conta, non sai mai esattamente come verrà, svilupparlo è complesso e costoso. È uno strumento faticoso: pesa, richiede tempo, pazienza e movimento. Ma proprio in questo sta la sua forza: ci obbliga a rallentare, a osservare davvero. Il testo che accompagna il progetto è scritto in esperanto, una lingua artificiale nata con l’intento di essere universale. La sua struttura è semplice, accessibile, eppure porta con sé una carica ideale e utopica. Esistono testi e materiali in esperanto che rafforzano questa visione. Il contenuto del testo è la conoscenza interiore: la parte nascosta di sé, il potere personale che ciascuno possiede ma che pochi sanno riconoscere. È la scoperta della propria forza di volontà, della propria essenza. Questi temi risuonano in molte filosofie spirituali, in particolare nei testi buddhisti, dai quali ho tratto alcuni estratti che parlano proprio di questo percorso di consapevolezza.